Mi chiamo Evgenij Il’in, ho 24 anni e frequento il secondo anno di teologia presso il seminario “Maria Regina degli Apostoli”. Sono originario della città di Petropavlovsk-Kamchatskij, che si trova nella regione dell’Estremo Oriente Russo, circondata dai vulcani e dalle acque dell’Oceano Pacifico. Sono stato battezzato e cresciuto nella chiesa ortodossa, impegnandomi attivamente nella vita della locale parrocchia. Terminate le scuole superiori ho continuato la mia formazione presso un istituto turistico ottenendo la qualifica di “Specialista del turismo”. Mi sarebbe piaciuto lavorare con turisti stranieri, accompagnandoli a visitare i vulcani e le montagne, mostrando loro la natura incontaminata, la valle dei geyser e le altre meraviglie naturali. Tuttavia, già quando studiavo all’istituto, iniziai ad avere voglia di visitare la locale parrocchia cattolica. Un giorno d’estate mi fermai a messa e conobbi il sacerdote don Jan Radon, originario della Polonia, che guidava la comunità da più di cinque anni. Mi piacque partecipare alla messa e continuai a farlo anche nei giorni successivi, fermandomi poi a parlare con il sacerdote. Dopo un po’ di tempo decisi di entrare in piena comunione con la Chiesa Cattolica e iniziai a frequentare le catechesi. A Pasqua dell’anno successivo ricevetti la comunione. Il parroco ed io diventammo amici e quasi ogni giorno, dopo la scuola, facevamo diversi lavoretti insieme in parrocchia (ad esempio la pulizia degli ambienti) e celebravamo la messa. Nel tempo libero andavamo in gita in mezzo alla natura. Piano piano iniziai a pormi la domanda: “cosa fare nel futuro?”. Arrivarono i primi pensieri sulla vocazione sacerdotale, ma il parroco decise che per me era ancora troppo presto per pensare a questo e che dovevo prima terminare gli studi di specializzazione. Dopo un paio di anni conclusi l’istituto magistrale e fui chiamato a prestare l’anno di servizio militare. Là vidi che i soldati non ricevevano alcuna cura spirituale, molti erano in una condizione deplorevole e in perenne tensione. Vidi come proprio là e in quel momento era necessario per loro conoscere Cristo, e per me questo significava essere un discepolo non a parole, ma con i fatti. Dialogavo con quei ragazzi, cercavo di parlare loro di Dio, ad alcuni ho insegnato la preghiera del Rosario. Verso la fine del servizio militare chiesi a don Jan ancora una volta il permesso per entrare in seminario. Lui mi rispose che avrebbe chiesto il permesso al vescovo. Dopo poco tempo ricevetti una risposta positiva. Terminato il servizio militare, per un anno ho lavorato nel settore del turismo e facendo altri lavoretti. Quindi ho frequentato l’anno propedeutico al seminario, incominciando successivamente il primo anno di teologia. Il mio tragitto verso il seminario è il seguente: Petropavlosvk-Kamchatskij – Mosca – San Pietroburgo, circa 11 ore di aereo (complessivamente è attorno agli 8000 km). «Perché vuoi diventare sacerdote? Sei lettone o polacco?» Sento spesso questa domanda da parte di molte persone. Il Signore chiama tante persone, ma sono pochi quelli che ascoltano la Sua chiamata. «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai!» (Mt 9,36-38) dice Cristo anche oggi. Avrei potuto diventare chi volevo in questa vita, impegnandomi nella catechesi e nel lavoro in parrocchia pur non essendo sacerdote. Ma sento di essere chiamato a fare ciò che non può fare nessuno tranne il sacerdote: perdonare i peccati a nome della Chiesa e celebrare l’Eucarestia. Ora sono l’unico seminarista della diocesi più grande al mondo – la diocesi di San Giuseppe (Irkutsk). Nella mia diocesi non vi è alcun sacerdote diocesano originario della Russia. Si sente sempre la mancanza di sacerdoti e la preghiera del popolo di Dio per i pastori. Chiamandomi sulla via del sacerdozio, credo che Cristo mi conduca alla salvezza e, per mezzo di questo Suo grande dono, cerchi di convertire e salvare molte persone. Ringrazio don Jan per avermi mostrato cosa significhi essere sacerdote e come si debba tener caro questo dono, con il quale posso rispondere alla chiamata di Cristo. Chiedo ora a tutti quelli che leggono questo mio breve racconto di pregare per la mia vocazione.
Grazie.
Seminarista Evgenij Il’in